appunti di viaggio
Messe a Basepente
Scrivendo questi appunti, cercherò di tradurre in parole le emozioni che ho provato... biel lant a Messe a Basepente, e quelle ancora più intense vissute durante le operazioni di trasferimento delle tracce digitali dal DAT al computer.
Era da tanto tempo che nell'attraversare Basagliapenta, mi balenava l'idea di includere quella località tra i possibili obbiettivi per la rubrica "Biel lant a Messe", preoccupato solo dal timore che il sacerdote che regge quella parrocchia fosse una persona poco disponibile a tollerare le mie "interferenze" durante la celebrazione dell'Eucaristia.
Di pre Antoni Beline non avevo letto grandi cose se non qualche breve articolo sulla Vita Cattolica, ma sapevo essere sua l'opera di traduzione in friulano della bibbia, compreso il Vangelo della Domenica, che ogni settimana compare sulla prima pagina del nostro sito.
Ecco come il Dizionario Friulano descrive Pier Antonio Bellina...
BELLINA / BELINE, Pier Antonio, sacerdote, insegnante, scrittore, traduttore (n. Venzone 1941). È stato ordinato nel 1965. Ha esercitato il ministero a Valle e Rivalpo in Carnia e a Basagliapenta di Basiliano. È considerato l'enfant terrible del Furlanentum per la sua verve polemica. Dal 1979 al 1988 ha firmato come responsabile il mensile "La Patrie dal Friûl". In collaborazione con F. Placereani ha tradotto la Bibbia in friulano. Ha scritto parecchio in prosa, qualcosa in versi. Nel 1981 ha avuto il premio letterario San Simon per la prosa.
Bibl.: Par amôr o par fuarce?, Davâr 1975; Siôr santul, Davâr 1976; Misteris gloriôs (Vitis di un predi e de sô int), Davâr 1980; Tiere di cunfin, Udine 1982; Vanseli par un popul B-C-A, Udine 1984, í88, í90; La Bibie par furlan: un at di fede, un fat di culture, GPF II, 1984; Pre Pitin, Codroipo 1986; Fantasticant..., Udine 1990. Cfr.: D'Ar. III, 473; L. Sinesio, Territorio ed identità linguistica dei friulani, tesi di laurea, facoltà di scienze politiche, Università di Trieste, a. a. 1990-91.
La giornata di Domenica 23 si preannunziava molto intensa, con la partecipazione ad una Messa cantata dal Coro dell'UTE di Monfalcone alle 18 del pomeriggio all'Abbazia di Rosazzo, seguito da un concerto alle 20.30 in quel di San Pier d'Isonzo. Per assolvere a questi impegni, ho delegato il mio collaboratore Devis Macor, a documentare i festeggiamenti per la "Sensa", la sagra paesana di Leproso. Queste sono state le ragioni per cui ho rinunziato al mio progetto iniziale di oltrepassare il Tagliamento per andare e Messa, e di limitare il percorso fermandomi a Basagliapenta... ed affrontare eventuali rischi...
I miei timori sono svaniti dopo pochi secondi dal mio primo contatto con pre Antoni, che si è rivelato una persona molto disponibile e oserei dire dolce.
Prima dell'inizio dell'Eucaristia, ho fatto in tempo a modificare la predisposizione del mio sistema di registrazione, con l'impiego del mio microfono a capsule separate ©Aldo Taboga, che permette di registrare tutto quello che passa attraverso l'impianto amplificato della chiesa, e l'audio dell'ambientale ed avere successivamente la possibilità di mixaggio. Ascoltando il canto d'inizio, ho capito che avrei assistito ad una bella Messa in friulano, e che certi testi erano stati ben adattati ad arie famose. Ho seguito con vera emozione la cerimonia, seduto vicino ad una signora di una certa età, che cantava con una voce dolcissima, voce che riesco a riconoscere chiaramente riascoltando i brani registrati.
Alla fine della Messa, quando pre Toni è calato tra la gente per salutare i suoi parrocchiani, l'ho pregato di posare con me per una foto. Sono veramente orgoglioso di aver conosciuto una persona straordinaria come pre Toni Beline, che, sebbene seriamente sofferente nel corpo, ha la forza di trasmettere tanta energia spirituale.
Fonte: http://www.natisone.it/appunti/appunti32.htm
mercoledì 6 maggio 2009
23 Aprile 2007
Basagliapenta, 23 Aprile 2007
GRANDE LUTTO NELLA CHIESA UDINESE
SI È SPENTO QUESTA NOTTE PRE BELINE
Parroco di Basagliapenta e Villaorba, sacerdote da sempre in prima linea per la promozione della lingua e della cultura friulana
UDINE (23 aprile, ore 9.30) - Grave lutto nella Chiesa Udinese ed in tutto il Friuli per la morte di pre Beline, parroco di Basagliapenta e Villaorba, sacerdote da sempre in prima linea per la promozione della lingua e della cultura friulana. Resterà nella storia per aver tradotto la Bibbia in lingua friulana. Ricca la sua attività pubblicistica, sul settimanale diocesano «La Vita Cattolica», da 15 anni curava la seguitissima rubrica settimanale «Cirint lis olmis di Diu».
Don Pierantonio Bellina si è spento stanotte verso l'una a Basagliapenta. Lascia nel cordoglio la Chiesa udinese e tutto il Friuli.
La salma sarà esposta dalle ore 16 nella chiesa parrocchiale di Basagliapenta, dove questa sera alle ore 20 sarà celebrata una Santa Messa e domani, sempre alle 20, sarà recitato il rosario. Mercoledì 25, alle ore 17, si terranno i funerali, presieduti dall'Arcivescovo emerito, mons. Alfredo Battisti.
La salma sarà tumulata nel camposanto di Basagliapenta. Pre Beline sarà sepolto con l'abito talare indossato nel giorno della prima messa, tra la sua gente, come egli ha chiesto espressamente.
Nato a Venzone l'11 febbraio 1941 e ordinato sacerdote nel 1965, don Bellina fu cooperatore a Codroipo fino al 1968, e parroco di Rivalpo e Valle per oltre 10 anni, dal 1968 al 1982.
Riportiamo, di seguito, un estratto delle parole che pre Beline ha affidato alla sua penna nell'ultimo scritto pubblicato da «La Vita Cattolica» sul numero di sabato 21 aprile, una sorta di testamento spirituale, intenso e significativo.
La rivelazion des Scrituris
O vevi juste celebrade la Pasche cu lis mês comunitâts, cuant che, a colp, mi à brincât il mâl e o soi tornât a plombâ tal scûr orent dal vinars sant, cu la vite ti sta bandonant e la sensazion di jessi rivât insomp (o dapît) de tô corse. Cjantantmi ingredeât tes cjadenis dal mâl fisic e psicologjic, dute la mê vision sflandorose, positive, pascâl de esistence, cu la sigurece che dut al finis in glorie e che no esist situazion o condizion che no vegni riscatade e nobilitade de vitorie di Crist, si è sfantade come un bugjel di biciclete cuant che s’intive tun claut. Anche parcé che, cjalant e sintint i miei compagns di sventure, ognun cu la sô crôs e cui siei dubits, ancje jo mi confusionavi e o scomençavi a clopuçâ.
Mi è vignût però tal cjâf il câs dai doi dissepui di Emaus e des peraulis che ur dîs il compagn mistereôs e providenziâl: «Il Crist no vevial forsit di patî dut chest e dome cussì jentrâ te sô glorie? E scomençant di Mosè e di ducj i profetis, ur spiegà ce che dutis lis Scrituris a disevin di lui» (Lc 24, 26-27). Se la soference e je viodude e vivude seont la rude razionalitât e je un scandul e une assurditât. Se invezit si va plui indenant e si le cjale seont la rivelazion des Scrituris, alore e devente la strade privilegjade e sigure par jentrâ in glorie.
Fonte: http://www.natisone.it/gnovis/archivio/nuove0713.htm
GRANDE LUTTO NELLA CHIESA UDINESE
SI È SPENTO QUESTA NOTTE PRE BELINE
Parroco di Basagliapenta e Villaorba, sacerdote da sempre in prima linea per la promozione della lingua e della cultura friulana
UDINE (23 aprile, ore 9.30) - Grave lutto nella Chiesa Udinese ed in tutto il Friuli per la morte di pre Beline, parroco di Basagliapenta e Villaorba, sacerdote da sempre in prima linea per la promozione della lingua e della cultura friulana. Resterà nella storia per aver tradotto la Bibbia in lingua friulana. Ricca la sua attività pubblicistica, sul settimanale diocesano «La Vita Cattolica», da 15 anni curava la seguitissima rubrica settimanale «Cirint lis olmis di Diu».
Don Pierantonio Bellina si è spento stanotte verso l'una a Basagliapenta. Lascia nel cordoglio la Chiesa udinese e tutto il Friuli.
La salma sarà esposta dalle ore 16 nella chiesa parrocchiale di Basagliapenta, dove questa sera alle ore 20 sarà celebrata una Santa Messa e domani, sempre alle 20, sarà recitato il rosario. Mercoledì 25, alle ore 17, si terranno i funerali, presieduti dall'Arcivescovo emerito, mons. Alfredo Battisti.
La salma sarà tumulata nel camposanto di Basagliapenta. Pre Beline sarà sepolto con l'abito talare indossato nel giorno della prima messa, tra la sua gente, come egli ha chiesto espressamente.
Nato a Venzone l'11 febbraio 1941 e ordinato sacerdote nel 1965, don Bellina fu cooperatore a Codroipo fino al 1968, e parroco di Rivalpo e Valle per oltre 10 anni, dal 1968 al 1982.
Riportiamo, di seguito, un estratto delle parole che pre Beline ha affidato alla sua penna nell'ultimo scritto pubblicato da «La Vita Cattolica» sul numero di sabato 21 aprile, una sorta di testamento spirituale, intenso e significativo.
La rivelazion des Scrituris
O vevi juste celebrade la Pasche cu lis mês comunitâts, cuant che, a colp, mi à brincât il mâl e o soi tornât a plombâ tal scûr orent dal vinars sant, cu la vite ti sta bandonant e la sensazion di jessi rivât insomp (o dapît) de tô corse. Cjantantmi ingredeât tes cjadenis dal mâl fisic e psicologjic, dute la mê vision sflandorose, positive, pascâl de esistence, cu la sigurece che dut al finis in glorie e che no esist situazion o condizion che no vegni riscatade e nobilitade de vitorie di Crist, si è sfantade come un bugjel di biciclete cuant che s’intive tun claut. Anche parcé che, cjalant e sintint i miei compagns di sventure, ognun cu la sô crôs e cui siei dubits, ancje jo mi confusionavi e o scomençavi a clopuçâ.
Mi è vignût però tal cjâf il câs dai doi dissepui di Emaus e des peraulis che ur dîs il compagn mistereôs e providenziâl: «Il Crist no vevial forsit di patî dut chest e dome cussì jentrâ te sô glorie? E scomençant di Mosè e di ducj i profetis, ur spiegà ce che dutis lis Scrituris a disevin di lui» (Lc 24, 26-27). Se la soference e je viodude e vivude seont la rude razionalitât e je un scandul e une assurditât. Se invezit si va plui indenant e si le cjale seont la rivelazion des Scrituris, alore e devente la strade privilegjade e sigure par jentrâ in glorie.
Fonte: http://www.natisone.it/gnovis/archivio/nuove0713.htm
Riconosciamo i nostri profeti e camminiamo con loro
Centro Balducci di Zugliano, 18 Giugno 2008
Sala "mons. Luigi Petris"
Riconosciamo i nostri profeti e camminiamo con loro
Il Centro Balduzzi ricorda pre Toni Bellina...
con particolare attenzione ai libri:
"De profundis" e "La fatica di essere preti"
Interventi in ordine di entrata...
Pierluigi Di Piazza - responsabile del Centro "E. Balducci"
pre Romano Michelotti - gruppo di Glesie Furlane
Roberto Iacovissi - giornalista e scrittore
Gianni Bellinetti - curatore della versione italiana del "De Profundis" - Dal Profondo
Marino Plazzotta - curatore della versione italiana del libro "La fatica di essere preti"
Cristina Benedetti - Letture
Proiezione di un video inedito su pre Toni Bellina a cura di Marino Plazzotta
Il Centro " E. Balducci" da tempo avverte l'esigenza di vivere e di invitare a vivere un momento di riflessione profonda nella memoria viva dell'uomo e del prete, dell'insegnamento di pre Toni Bellina.
Presente alla consacrazione a prete di don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro, gli inviò il giorno successivo, il 19 ottobre 1975, una lettera di significato profondo e illuminante sul modo di essere prete: asservito o libero, al servizio o coinvolto dal potere, concludendo: "e cumò rangjti", cioè scegli.
Pre Toni osservava a Pierluigi forse un'eccessiva attenzione al mondo, a scapito forse del Friuli, e Pierluigi gli rispondeva che nel sostegno reciproco all'attenzione al Friuli e insieme al Pianeta il procedere sarebbe stato profondo e significativo, rapportando appunto la comunità locale alle comunità di tutta la Terra.
Pre Toni ha vissuto e comunicato in modo straordinario la sua umanità, la sua fede inquieta e profonda, la sapienza del cuore, l'amore al popolo friulano e alla sua lingua; ha compiuto l'ammirevole impresa di traduzione della Bibbia in lingua friulana, ha riflettuto e comunicato sull'amore e sul dolore, sulla libertà, sulla schiavitù, sull'autonomia e sulla responsabilità personale e comunitaria, su una Chiesa del Vangelo che si fa popolo e si libera dai legami con il potere economico, politico, militare.
Perché il suo ricordo vivo al Centro Balducci? Per la verità da lui cercata e proclamata; per la libertà vissuta a caro prezzo; per la fede inquieta, interrogante, affidata al Mistero di Dio, riferita al Vangelo di Gesù, per la sua lettura della storia alla luce della Parola profetica del Vangelo, dalla parte dei poveri, dei colpiti, degli scartati, degli ultimi, degli umili; per il suo radicamento nella Chiesa come comunità di fede: profetica, libera, umile, accogliente; per l'incarnazione nella storia.
Vi invitiamo a vivere questo incontro di riflessione e di assunzione di responsabilità nel continuare a vivere questi suoi insegnamenti.
Fonte: http://www.natisone.it/gnovis/archivio/nuove0830.htm
Sala "mons. Luigi Petris"
Riconosciamo i nostri profeti e camminiamo con loro
Il Centro Balduzzi ricorda pre Toni Bellina...
con particolare attenzione ai libri:
"De profundis" e "La fatica di essere preti"
Interventi in ordine di entrata...
Pierluigi Di Piazza - responsabile del Centro "E. Balducci"
pre Romano Michelotti - gruppo di Glesie Furlane
Roberto Iacovissi - giornalista e scrittore
Gianni Bellinetti - curatore della versione italiana del "De Profundis" - Dal Profondo
Marino Plazzotta - curatore della versione italiana del libro "La fatica di essere preti"
Cristina Benedetti - Letture
Proiezione di un video inedito su pre Toni Bellina a cura di Marino Plazzotta
Il Centro " E. Balducci" da tempo avverte l'esigenza di vivere e di invitare a vivere un momento di riflessione profonda nella memoria viva dell'uomo e del prete, dell'insegnamento di pre Toni Bellina.
Presente alla consacrazione a prete di don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro, gli inviò il giorno successivo, il 19 ottobre 1975, una lettera di significato profondo e illuminante sul modo di essere prete: asservito o libero, al servizio o coinvolto dal potere, concludendo: "e cumò rangjti", cioè scegli.
Pre Toni osservava a Pierluigi forse un'eccessiva attenzione al mondo, a scapito forse del Friuli, e Pierluigi gli rispondeva che nel sostegno reciproco all'attenzione al Friuli e insieme al Pianeta il procedere sarebbe stato profondo e significativo, rapportando appunto la comunità locale alle comunità di tutta la Terra.
Pre Toni ha vissuto e comunicato in modo straordinario la sua umanità, la sua fede inquieta e profonda, la sapienza del cuore, l'amore al popolo friulano e alla sua lingua; ha compiuto l'ammirevole impresa di traduzione della Bibbia in lingua friulana, ha riflettuto e comunicato sull'amore e sul dolore, sulla libertà, sulla schiavitù, sull'autonomia e sulla responsabilità personale e comunitaria, su una Chiesa del Vangelo che si fa popolo e si libera dai legami con il potere economico, politico, militare.
Perché il suo ricordo vivo al Centro Balducci? Per la verità da lui cercata e proclamata; per la libertà vissuta a caro prezzo; per la fede inquieta, interrogante, affidata al Mistero di Dio, riferita al Vangelo di Gesù, per la sua lettura della storia alla luce della Parola profetica del Vangelo, dalla parte dei poveri, dei colpiti, degli scartati, degli ultimi, degli umili; per il suo radicamento nella Chiesa come comunità di fede: profetica, libera, umile, accogliente; per l'incarnazione nella storia.
Vi invitiamo a vivere questo incontro di riflessione e di assunzione di responsabilità nel continuare a vivere questi suoi insegnamenti.
Fonte: http://www.natisone.it/gnovis/archivio/nuove0830.htm
"Dialogo immaginario con don Antonio Bellina"
Zugliano di Pozzuolo, 21 Aprile 2009
sala mons. Luigi Petris
Presentazione del libro
"Dialogo immaginario con don Antonio Bellina"
nel 2° anniversario della sua morte
Per il 2° anno il Centro Balducci ha organizzato un incontro di memoria viva, di riflessione, di riproposta di pre Toni Bellina, uomo e prete del Friuli di straordinario significato per la sua fede, per il coraggio, la libertà, la fedeltà della profezia, per la sua sofferenza nel corpo e nell'anima. Diversi sono gli aspetti della sua storia su cui ci si può soffermare a riflettere, a partire proprio dalla sua fede, dal suo interrogarsi e continuare a cercare; della sua fatica e nostra di credere, della consolazione che ne può scaturire. E ancora della sua profonda umanità attenta a quella degli altri, a quella di tutti gli esseri viventi. E ancora al sentirsi radicato in Friuli nella sua storia, nella sua autonomia, nella sua lingua. E ancora il suo essere scrittore infaticabile, traduttore della Bibbia in lingua friulana e poi scrittore brillante su tanti aspetti della vita, della storia, della fede, della Chiesa, con la capacità di cogliere gli aspetti dell'animo, gli atteggiamenti, i segni dei tempi, con denuncia sferzante e ironia intelligente, con la speranza del cuore e con l'intelligenza delle indicazioni e dei suggerimenti. La violenza, la guerra, l'indifferenza, il consumismo, la superficialità, il conformismo sono da lui svelati e denunciati per contribuire alle dimensioni positive della spiritualità, della cultura, della sobrietà del vivere, della partecipazione attiva alla vita della comunità e alla storia che ci è data di vivere. Ha guardato la storia e le storie delle persone con la Bibbia nel cuore, quindi dalla parte dei poveri, degli umili, degli scartati, dei perdenti cogliendo le loro qualità, la loro ricchezza, il loro protagonismo, spesso nascosto. La sua lunga sofferenza fisica e le sofferenze dell'anima causate da critiche e isolamento anche dentro alla Chiesa hanno accentuato questo procedere verso l'essenzialità e la saggezza del cuore. Ha amato la Chiesa e proprio per questo spronata alla libertà dai vincoli con i poteri di questo mondo. L'incontro ha preso lo spunto dal nuovo libro di Gianni Bellinetti che immaginandosi l'esperienza del dialogo telefonico dal cielo con pre Toni, ne ripropone passaggi di esperienze e riflessioni.
L'ereditât di pre Toni:
il nestri ricuart, prime che il timp nus smamissi la memorie.
L'idee e je chê di cjapâ su testemoneancis là di chei che in cualchi maniere a àn vût dafâ cun pre Toni: midiant des leturis di ce che lui al a scrit inte sô avonde lungje e une vore prolifiche vore di scritôr e di tradutôr e midiant dai rapuarts personâi o de so vore pastorâl...
Ancje se il progjet lu àn inmaneât, a la buine, un groput di lôr di Visepente, che a àn za vût dât informazion intune riunion dal consei parochiâl, o crodìn che no si vedi di meti nissun limit teritoriâl indulà lâ a racuei testemoniancis: che ognidun al cjapi su indulà che i va miôr e che al pense di cjatà testemonis.
Naturalmentri, prime ti tacà la vore si varâ di cjatâsi, cun chei che a crodin di podê da une man, par viodi cuale che e pues sei la miei maniere pratiche par lâ indenant cu la vore, che e durarà di sigûr par mês.
Al à sparniçât un slac di semencis, pre Toni, cussi, cumò, ancje cun chê di viodi trop in sot che e je lade che semence, cetant che e a butât e ce ereditât che e a lassât e, prime che il timp, galiol, al smamissi la memorie, si vûl stazâ il teren dulà che a àn menât su lis plantutis.
Si pense, alore, di lâ a spulzinâ plui int che al sei pussibil par podê vê rispuestis daûr dai rapuarts, ancje difarents, che ognidun al a vût cun pre Toni.
Ce che o rivarìn adore di cjapâ sù o varessin pò voe che al vignìs publicât, magari midiant e/o cul jutori di Glesie Furlane, che e à za dât la sô disponibilitât.
Si pense, ancje, che cui che al acete di rispuindi a lis domandis al vedi la facoltât di falu tant in forme verbâl, e duncje regjistrade, come in forme scrite, se al à miôr.
La vore no je di pôc ne sul plan pratic e nancje sun chel culturâl e, propit parchel, o sin a domandâ colaborazion volontarie a ducj chei che a crodin inte impuartance di cheste iniziative, che e zovarà di sigûr par valorizâ la semence che pre Toni al a butât a plenis mans.
Par cui che al crôt di podê dâ une man, o par vê informazions, al pues telefonâ tai numars che o metìn chi sot: 0432 76438, Mauro - 0432 905672, Renzo - 0432 848882, Remo
Visepente, ai 23 di avrîl dal 2009
FONTE: http://www.natisone.it/gnovis/nuove0911.htm
sala mons. Luigi Petris
Presentazione del libro
"Dialogo immaginario con don Antonio Bellina"
nel 2° anniversario della sua morte
Per il 2° anno il Centro Balducci ha organizzato un incontro di memoria viva, di riflessione, di riproposta di pre Toni Bellina, uomo e prete del Friuli di straordinario significato per la sua fede, per il coraggio, la libertà, la fedeltà della profezia, per la sua sofferenza nel corpo e nell'anima. Diversi sono gli aspetti della sua storia su cui ci si può soffermare a riflettere, a partire proprio dalla sua fede, dal suo interrogarsi e continuare a cercare; della sua fatica e nostra di credere, della consolazione che ne può scaturire. E ancora della sua profonda umanità attenta a quella degli altri, a quella di tutti gli esseri viventi. E ancora al sentirsi radicato in Friuli nella sua storia, nella sua autonomia, nella sua lingua. E ancora il suo essere scrittore infaticabile, traduttore della Bibbia in lingua friulana e poi scrittore brillante su tanti aspetti della vita, della storia, della fede, della Chiesa, con la capacità di cogliere gli aspetti dell'animo, gli atteggiamenti, i segni dei tempi, con denuncia sferzante e ironia intelligente, con la speranza del cuore e con l'intelligenza delle indicazioni e dei suggerimenti. La violenza, la guerra, l'indifferenza, il consumismo, la superficialità, il conformismo sono da lui svelati e denunciati per contribuire alle dimensioni positive della spiritualità, della cultura, della sobrietà del vivere, della partecipazione attiva alla vita della comunità e alla storia che ci è data di vivere. Ha guardato la storia e le storie delle persone con la Bibbia nel cuore, quindi dalla parte dei poveri, degli umili, degli scartati, dei perdenti cogliendo le loro qualità, la loro ricchezza, il loro protagonismo, spesso nascosto. La sua lunga sofferenza fisica e le sofferenze dell'anima causate da critiche e isolamento anche dentro alla Chiesa hanno accentuato questo procedere verso l'essenzialità e la saggezza del cuore. Ha amato la Chiesa e proprio per questo spronata alla libertà dai vincoli con i poteri di questo mondo. L'incontro ha preso lo spunto dal nuovo libro di Gianni Bellinetti che immaginandosi l'esperienza del dialogo telefonico dal cielo con pre Toni, ne ripropone passaggi di esperienze e riflessioni.
L'ereditât di pre Toni:
il nestri ricuart, prime che il timp nus smamissi la memorie.
L'idee e je chê di cjapâ su testemoneancis là di chei che in cualchi maniere a àn vût dafâ cun pre Toni: midiant des leturis di ce che lui al a scrit inte sô avonde lungje e une vore prolifiche vore di scritôr e di tradutôr e midiant dai rapuarts personâi o de so vore pastorâl...
Ancje se il progjet lu àn inmaneât, a la buine, un groput di lôr di Visepente, che a àn za vût dât informazion intune riunion dal consei parochiâl, o crodìn che no si vedi di meti nissun limit teritoriâl indulà lâ a racuei testemoniancis: che ognidun al cjapi su indulà che i va miôr e che al pense di cjatà testemonis.
Naturalmentri, prime ti tacà la vore si varâ di cjatâsi, cun chei che a crodin di podê da une man, par viodi cuale che e pues sei la miei maniere pratiche par lâ indenant cu la vore, che e durarà di sigûr par mês.
Al à sparniçât un slac di semencis, pre Toni, cussi, cumò, ancje cun chê di viodi trop in sot che e je lade che semence, cetant che e a butât e ce ereditât che e a lassât e, prime che il timp, galiol, al smamissi la memorie, si vûl stazâ il teren dulà che a àn menât su lis plantutis.
Si pense, alore, di lâ a spulzinâ plui int che al sei pussibil par podê vê rispuestis daûr dai rapuarts, ancje difarents, che ognidun al a vût cun pre Toni.
Ce che o rivarìn adore di cjapâ sù o varessin pò voe che al vignìs publicât, magari midiant e/o cul jutori di Glesie Furlane, che e à za dât la sô disponibilitât.
Si pense, ancje, che cui che al acete di rispuindi a lis domandis al vedi la facoltât di falu tant in forme verbâl, e duncje regjistrade, come in forme scrite, se al à miôr.
La vore no je di pôc ne sul plan pratic e nancje sun chel culturâl e, propit parchel, o sin a domandâ colaborazion volontarie a ducj chei che a crodin inte impuartance di cheste iniziative, che e zovarà di sigûr par valorizâ la semence che pre Toni al a butât a plenis mans.
Par cui che al crôt di podê dâ une man, o par vê informazions, al pues telefonâ tai numars che o metìn chi sot: 0432 76438, Mauro - 0432 905672, Renzo - 0432 848882, Remo
Visepente, ai 23 di avrîl dal 2009
FONTE: http://www.natisone.it/gnovis/nuove0911.htm
martedì 5 maggio 2009
A doi agns de muart di pre Antoni
23 aprile 2009
A doi agns de muart di pre Antoni
Vuê, cun pre Roman e lis peraulis che al à scrit su La Patrie di Avrîl, o ricuardi pre Antoni (te foto), mancjât ai 23 di Avrîl dal 2007.
A son bielzà doi agns che pre Antoni al à lassade la sene di chest mont. O volìn ricuardâlu e onorâlu ancjemò cuntun tocut dal De Senectute, vore che lui al steve svilupant prime che la muart lu brincàs. L’an passât o vin metût l’inizi de riflession. Cheste volte o metìn la fin. Si trate naturalmentri di une opare no finide o, al sarès miôr dî, apene scomençade. La finâl, cence puntegjature, le lassìn come che le veve lassade lui.
Pe leture integrâl dal De Senectute o rimandìn i amîs de Patrie dal Friûl al libri, fresc di stampe, che Glesie Furlane e à burît fûr cun chê di onorâ la memorie dal amì pre Antoni, propit in ocasion dal secont aniversari de sô muart.
pre Roman
Ve chi la ultime part dal De Senectute che Glesie furlane e presentarà domenie che e ven, ai 26 di Avrîl a lis 6 di sere a Vençon.
Cundut a chel, però, e cence savê ce che mi puartarà l’avignî (di sigûr no grancj salustris), o soi a dî che ancje la malatie, il mâl fisic e morâl, i moments negatîfs de vite a àn une lôr impuartance e un lôr valôr. No dome par fâti cognossi la realtât interie de vite, ma ancje par temprâti, par rinditi plui fuart, plui essenziâl, plui sapient, plui realtîf. Par fâti gjoldi di plui di chês speris di lûs tra un burlaç e chel altri che la vite ti regale e par judâti a capî in profondiutât e no par proforme chei che a tribulin e a cainin dongje di te. Il dolôr ti dà umiltât e caritât, passience e sapience, profonditât e compassion. O disarès che al rive a tirâ fûr di te e di chei dongje di te lis miôr cualitâts, cu la cuâl che tantis voltis la salût e la furtune matereâl ti rint insensibil, superficiâl, egoist e malpazient. Cul dolôr tu cressis e tu madressis, cul ben tu riscjis di restâ frut, cun dutis lis pecjis dai fruts. Tantis voltis mi domandi se o varès fat dut ce che o ài fat se o ves vude salût. O varès corût di plui, consumât di plui, ma forsit o varès strassade la vite in maniere stupide. Par chel o dîs, cu lis lagrimis tai vôi e strengint i dincj: “Grazie, Signôr, ancje dal mâl
A doi agns de muart di pre Antoni
Vuê, cun pre Roman e lis peraulis che al à scrit su La Patrie di Avrîl, o ricuardi pre Antoni (te foto), mancjât ai 23 di Avrîl dal 2007.
A son bielzà doi agns che pre Antoni al à lassade la sene di chest mont. O volìn ricuardâlu e onorâlu ancjemò cuntun tocut dal De Senectute, vore che lui al steve svilupant prime che la muart lu brincàs. L’an passât o vin metût l’inizi de riflession. Cheste volte o metìn la fin. Si trate naturalmentri di une opare no finide o, al sarès miôr dî, apene scomençade. La finâl, cence puntegjature, le lassìn come che le veve lassade lui.
Pe leture integrâl dal De Senectute o rimandìn i amîs de Patrie dal Friûl al libri, fresc di stampe, che Glesie Furlane e à burît fûr cun chê di onorâ la memorie dal amì pre Antoni, propit in ocasion dal secont aniversari de sô muart.
pre Roman
Ve chi la ultime part dal De Senectute che Glesie furlane e presentarà domenie che e ven, ai 26 di Avrîl a lis 6 di sere a Vençon.
Cundut a chel, però, e cence savê ce che mi puartarà l’avignî (di sigûr no grancj salustris), o soi a dî che ancje la malatie, il mâl fisic e morâl, i moments negatîfs de vite a àn une lôr impuartance e un lôr valôr. No dome par fâti cognossi la realtât interie de vite, ma ancje par temprâti, par rinditi plui fuart, plui essenziâl, plui sapient, plui realtîf. Par fâti gjoldi di plui di chês speris di lûs tra un burlaç e chel altri che la vite ti regale e par judâti a capî in profondiutât e no par proforme chei che a tribulin e a cainin dongje di te. Il dolôr ti dà umiltât e caritât, passience e sapience, profonditât e compassion. O disarès che al rive a tirâ fûr di te e di chei dongje di te lis miôr cualitâts, cu la cuâl che tantis voltis la salût e la furtune matereâl ti rint insensibil, superficiâl, egoist e malpazient. Cul dolôr tu cressis e tu madressis, cul ben tu riscjis di restâ frut, cun dutis lis pecjis dai fruts. Tantis voltis mi domandi se o varès fat dut ce che o ài fat se o ves vude salût. O varès corût di plui, consumât di plui, ma forsit o varès strassade la vite in maniere stupide. Par chel o dîs, cu lis lagrimis tai vôi e strengint i dincj: “Grazie, Signôr, ancje dal mâl
SECONDO ANNIVERSARIO
GIOVEDÌ, 23 APRILE 2009
Pagina 10 - Cultura e spettacoli
80 MILA EURO PER L’OPERA OMNIA
Dalla Provincia
Con la firma, ieri a palazzo Belgrado, del protocollo d’intesa tra la Provincia di Udine e Glesie furlane, un altro importante passo è stato compiuto nell’impegno – preso solennemente nell’ottobre dello scorso anno dal presidente Fontanini – per la pubblicazione dell’opera omnia di pre Antoni Beline. Il contributo dell’ente intermedio (80 mila euro spalmati su 5 anni) certo non sarà sufficiente a garantire la stampa della cinquantina di opere inserita nel progetto Pre Antoni Beline: un profete pal Friûl di doman, ma è un segno di rinnovata attenzione verso il percorso umano, spirituale e letterario del sacerdote venzonese spentosi due anni fa. Il finanziamento andrà a sostenere la pubblicazione di nove libri: Sul at di voltâ pagjine, Par amôr o par fuarce?, Eutanasie di un Patriarcjât, Amôr di patrie, Fortunât il popul che il Signôr al è il so Diu, Rogazions, Cirint li solmis di Diu – V, Trilogie e De Senectute (inedito e incompiuto che sarà presentato domenica a Venzone). A sottoscrivere il documento, ieri, con il presidente Fontanini c’erano il presidente di Glesie furlane, Giovanni Pietro Biasatti, don Romano Michelotti, don Antonio Cappellari, don Giuseppe Cargnello, don Lorenzo Dentesano e Christian Romanini. «Ritengo che si stia parlando di uno dei progetti più importanti per la letteratura friulana – ha confermato Fontanini –. Tutti noi abbiamo un debito verso quest’uomo che ha speso la sua vita per il Friuli, la sua gente e la sua cultura. Creare una biblioteca completa con i suoi scritti, le sue interviste e i suoi libri è un dovere che abbiamo sia con Pre Toni sia con la comunità friulana. Tutti infatti devono avere la possibilità di conoscere le sue opere». Il progetto di Glesie furlane prevede l’edizione completa in marilenghe. «Qui non si tratta di essere contro l’italiano – ha commentato Fontanini –, ma di rispettare la volontà di divulgazione della marilenghe di Pre Toni».
23/4/09
Pagina 10 - Cultura e spettacoli
80 MILA EURO PER L’OPERA OMNIA
Dalla Provincia
Con la firma, ieri a palazzo Belgrado, del protocollo d’intesa tra la Provincia di Udine e Glesie furlane, un altro importante passo è stato compiuto nell’impegno – preso solennemente nell’ottobre dello scorso anno dal presidente Fontanini – per la pubblicazione dell’opera omnia di pre Antoni Beline. Il contributo dell’ente intermedio (80 mila euro spalmati su 5 anni) certo non sarà sufficiente a garantire la stampa della cinquantina di opere inserita nel progetto Pre Antoni Beline: un profete pal Friûl di doman, ma è un segno di rinnovata attenzione verso il percorso umano, spirituale e letterario del sacerdote venzonese spentosi due anni fa. Il finanziamento andrà a sostenere la pubblicazione di nove libri: Sul at di voltâ pagjine, Par amôr o par fuarce?, Eutanasie di un Patriarcjât, Amôr di patrie, Fortunât il popul che il Signôr al è il so Diu, Rogazions, Cirint li solmis di Diu – V, Trilogie e De Senectute (inedito e incompiuto che sarà presentato domenica a Venzone). A sottoscrivere il documento, ieri, con il presidente Fontanini c’erano il presidente di Glesie furlane, Giovanni Pietro Biasatti, don Romano Michelotti, don Antonio Cappellari, don Giuseppe Cargnello, don Lorenzo Dentesano e Christian Romanini. «Ritengo che si stia parlando di uno dei progetti più importanti per la letteratura friulana – ha confermato Fontanini –. Tutti noi abbiamo un debito verso quest’uomo che ha speso la sua vita per il Friuli, la sua gente e la sua cultura. Creare una biblioteca completa con i suoi scritti, le sue interviste e i suoi libri è un dovere che abbiamo sia con Pre Toni sia con la comunità friulana. Tutti infatti devono avere la possibilità di conoscere le sue opere». Il progetto di Glesie furlane prevede l’edizione completa in marilenghe. «Qui non si tratta di essere contro l’italiano – ha commentato Fontanini –, ma di rispettare la volontà di divulgazione della marilenghe di Pre Toni».
23/4/09
SECONDO ANNIVERSARIO
GIOVEDÌ, 23 APRILE 2009
Pagina 10 - Cultura e spettacoli
Domenica a Venzone – nel secondo anniversario della scomparsa – si presenta il libro inedito e incompiuto dedicato all’ultima stagione
“De Senectute”, il congedo letterario di pre Bellina
di NICOLA COSSAR
«Con il dolore cresci e maturi, con il bene rischi di rimanere bambino, con tutti i difetti del bambino. Tante volte mi domando se avrei fatto tutto quello che ho fatto se avessi avuto salute. Avrei corso di più, consumato di più, ma forse avrei buttato la vita in maniera stupida. Per questo dico, con le lacrime negli occhi e stringendo i denti: “Grazie Signore, anche della malattia”».
Non c’è neanche il punto, soltanto tanto bianco dopo queste ultime riflessioni lasciate sul computer alle 15.38 del 19 aprile 2007. Pochissimi giorni dopo, il 23, don Antonio Bellina, per tutti per Antoni Beline, sarebbe tornato alla casa del Padre. Non è riuscito a finire quella che sentiva sarebbe stata l’opera del suo congedo terreno e che aveva intitolato De Senectute, un lavoro che ha poco a che spartire con Cicerone ma che invece ferma – con la forza e la schiettezza dell’amatissima lingua friulana – il suo pensiero, la sua fede, il dolore e la suprema accettazione della stagione ultima. Glesie furlane, che si occupa, con grande attenzione e infinito affetto, della pubblicazione dell’intero corpus letterario di pre Toni, ha deciso di darlo alle stampe così, incompiuto nelle sue 112 pagine, perché il senso rimane, il messaggio c’è, chiarissimo, come sempre.
Con questo spirito il libro – primo tomo dell’opera omnia – sarà presentato domenica, alle 18, nel duomo di Venzone, in occasione della messa per ricordare il secondo anniversario della morte (a Basagliapenta, la sua ultima parrocchia, il rito sarà celebrato stasera alle 20). Volume incompiuto si diceva, ma don Bellina ne aveva già delineato la struttura, stendendo l’indice, con questi titoli: Arrivato all’età dei miei avi; Il sentiero ingarbugliato della vita; La mano che mi ha accompagnato; Dalla terra alla luna; Sconvolgimento geografico, culturale, economico, sociale, religioso; Momenti belli; Momenti brutti; Cadere e rialzarsi; Ricordi e rimorsi; Dal dover fare tutto a fare ciò che si riesce; Il dono della fede; Il dono dell’amicizia; Il dono della cultura; La fortuna di appartenere ad una famiglia; La fortuna di appartenere ad un paese; La fortuna di appartenere ad un popolo; La fortuna relativa di appartenere a una chiesa e a un clero; Guardare al passato con orgoglio: Guardare avanti piuttosto che indietro; Mai smettere di progettare; Recuperare l’umanità: Prepararsi al grande viaggio; La vita e la grazia; La morte come il grande volo verso la libertà; Il cielo come definitiva ricomposizione.
Venticinque i capitoli progettati, soltanto sei quelli sviluppati e un settimo appena abbozzato. «Si tratta di una minima parte – scrive nella presentazione, sempre in marilenghe, pre Romano Michelotti –. Anche leggendo i titoli dell’indice, si ha l’idea di quanto interessante e importante fosse l’argomento per tutti noi che viviamo in una società che non accetta di invecchiare, che non vuole prepararsi a dare senso agli ultimi passi della propria vita: brutti segnali di umana insipienza! Leggendo questo inedito si ha la percezione che pre Antoni sentisse di essere arrivato in fondo; il fisico lo stava abbandonando: “Sento che il sole sta tramontando”. Ma si avverte ancora una volta tutto il suo vigore interiore». Racchiuso in poche pagine di poesia e sapienza, contemplazione e ragionamento, fede e calore umano, serenità e malinconia, schiettezza e passione, bibbia e vita. Insomma, pre Beline. Vivo in quelle pagine, e in tutti noi.
23/4/09
Pagina 10 - Cultura e spettacoli
Domenica a Venzone – nel secondo anniversario della scomparsa – si presenta il libro inedito e incompiuto dedicato all’ultima stagione
“De Senectute”, il congedo letterario di pre Bellina
di NICOLA COSSAR
«Con il dolore cresci e maturi, con il bene rischi di rimanere bambino, con tutti i difetti del bambino. Tante volte mi domando se avrei fatto tutto quello che ho fatto se avessi avuto salute. Avrei corso di più, consumato di più, ma forse avrei buttato la vita in maniera stupida. Per questo dico, con le lacrime negli occhi e stringendo i denti: “Grazie Signore, anche della malattia”».
Non c’è neanche il punto, soltanto tanto bianco dopo queste ultime riflessioni lasciate sul computer alle 15.38 del 19 aprile 2007. Pochissimi giorni dopo, il 23, don Antonio Bellina, per tutti per Antoni Beline, sarebbe tornato alla casa del Padre. Non è riuscito a finire quella che sentiva sarebbe stata l’opera del suo congedo terreno e che aveva intitolato De Senectute, un lavoro che ha poco a che spartire con Cicerone ma che invece ferma – con la forza e la schiettezza dell’amatissima lingua friulana – il suo pensiero, la sua fede, il dolore e la suprema accettazione della stagione ultima. Glesie furlane, che si occupa, con grande attenzione e infinito affetto, della pubblicazione dell’intero corpus letterario di pre Toni, ha deciso di darlo alle stampe così, incompiuto nelle sue 112 pagine, perché il senso rimane, il messaggio c’è, chiarissimo, come sempre.
Con questo spirito il libro – primo tomo dell’opera omnia – sarà presentato domenica, alle 18, nel duomo di Venzone, in occasione della messa per ricordare il secondo anniversario della morte (a Basagliapenta, la sua ultima parrocchia, il rito sarà celebrato stasera alle 20). Volume incompiuto si diceva, ma don Bellina ne aveva già delineato la struttura, stendendo l’indice, con questi titoli: Arrivato all’età dei miei avi; Il sentiero ingarbugliato della vita; La mano che mi ha accompagnato; Dalla terra alla luna; Sconvolgimento geografico, culturale, economico, sociale, religioso; Momenti belli; Momenti brutti; Cadere e rialzarsi; Ricordi e rimorsi; Dal dover fare tutto a fare ciò che si riesce; Il dono della fede; Il dono dell’amicizia; Il dono della cultura; La fortuna di appartenere ad una famiglia; La fortuna di appartenere ad un paese; La fortuna di appartenere ad un popolo; La fortuna relativa di appartenere a una chiesa e a un clero; Guardare al passato con orgoglio: Guardare avanti piuttosto che indietro; Mai smettere di progettare; Recuperare l’umanità: Prepararsi al grande viaggio; La vita e la grazia; La morte come il grande volo verso la libertà; Il cielo come definitiva ricomposizione.
Venticinque i capitoli progettati, soltanto sei quelli sviluppati e un settimo appena abbozzato. «Si tratta di una minima parte – scrive nella presentazione, sempre in marilenghe, pre Romano Michelotti –. Anche leggendo i titoli dell’indice, si ha l’idea di quanto interessante e importante fosse l’argomento per tutti noi che viviamo in una società che non accetta di invecchiare, che non vuole prepararsi a dare senso agli ultimi passi della propria vita: brutti segnali di umana insipienza! Leggendo questo inedito si ha la percezione che pre Antoni sentisse di essere arrivato in fondo; il fisico lo stava abbandonando: “Sento che il sole sta tramontando”. Ma si avverte ancora una volta tutto il suo vigore interiore». Racchiuso in poche pagine di poesia e sapienza, contemplazione e ragionamento, fede e calore umano, serenità e malinconia, schiettezza e passione, bibbia e vita. Insomma, pre Beline. Vivo in quelle pagine, e in tutti noi.
23/4/09
GLESIE FURLANE ADUN CENCE PRE TONI BELINE
GLESIE FURLANE ADUN CENCE PRE TONI BELINE
IL SEGRETARI: "UN AT DISPOTIC IL BLOC DAL MESSÂL PAR FURLAN A ROME"
Per prime volte daspò la muart di pre Toni Beline, Glesie Furlane si è metude adun te sô sede simboliche di Vençon. Il diretîf al à confermât tant che Dean Zuan Pieri Biasat e segretari pre Tonin Cjapielâr. Invezit, il gnûf vicepresident di Glesie Furlane al è bonsignôr Roberto Bertossi di Vençon. Da pît de celebrazion in memorie di pre Toni, a son stâts ancje ricuardâts i prossims apontaments: sabide ai 30 di Jugn e sarà une cunvigne a Glemone par rifleti su la opare culturâl di pre Antoni, mintri che domenie ai 15 di Lui Glesie Furlane e celebrarà la messe dai Sants Ermacure e Fortunât te basiliche mari di Aquilee.
Come che al declare il segretari di Glesie Furlane, “i sorestants de Diocesi a vevin imprometût par cheste fieste la presentazion dal Messâl Roman par Furlan, ma i Vescui a rivaran a Aquilee scjassant lis mans. Di fat il messâl al è blocât te segretarie de Conference Episcopâl Taliane (Cei) a Rome. Un at dispotic, une grande injustizie viers la nestre glesie e popul. Glesie Furlane, continuant te memorie e tal spirt di pre Antoni, tradutôr de Bibie e dal Messâl, si impegne a cjaminâ su la strade che lui al à segnade par une gnove glesie plui evangjeliche e pal ben dai furlans”.
29/05/2007
Fonte: http://www.lenghe.net/read_art.php?articles_id=1268&PHPSESSID=f9e38da759373989d9977e3baaf28d15
IL SEGRETARI: "UN AT DISPOTIC IL BLOC DAL MESSÂL PAR FURLAN A ROME"
Per prime volte daspò la muart di pre Toni Beline, Glesie Furlane si è metude adun te sô sede simboliche di Vençon. Il diretîf al à confermât tant che Dean Zuan Pieri Biasat e segretari pre Tonin Cjapielâr. Invezit, il gnûf vicepresident di Glesie Furlane al è bonsignôr Roberto Bertossi di Vençon. Da pît de celebrazion in memorie di pre Toni, a son stâts ancje ricuardâts i prossims apontaments: sabide ai 30 di Jugn e sarà une cunvigne a Glemone par rifleti su la opare culturâl di pre Antoni, mintri che domenie ai 15 di Lui Glesie Furlane e celebrarà la messe dai Sants Ermacure e Fortunât te basiliche mari di Aquilee.
Come che al declare il segretari di Glesie Furlane, “i sorestants de Diocesi a vevin imprometût par cheste fieste la presentazion dal Messâl Roman par Furlan, ma i Vescui a rivaran a Aquilee scjassant lis mans. Di fat il messâl al è blocât te segretarie de Conference Episcopâl Taliane (Cei) a Rome. Un at dispotic, une grande injustizie viers la nestre glesie e popul. Glesie Furlane, continuant te memorie e tal spirt di pre Antoni, tradutôr de Bibie e dal Messâl, si impegne a cjaminâ su la strade che lui al à segnade par une gnove glesie plui evangjeliche e pal ben dai furlans”.
29/05/2007
Fonte: http://www.lenghe.net/read_art.php?articles_id=1268&PHPSESSID=f9e38da759373989d9977e3baaf28d15
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